Coltivare il grano: attenzione a non commettere questo errore

Quanto è bello potersi immaginare immersi in quelle distese sconfinate dei campi di grano, che si aprono davanti a noi e che ci raccontano cicli di vita infinita, che nel tempo hanno portato a creare o anche a mantenere questi spettacoli che solo la natura sa regalarci. Siamo in grado di guardare oltre, e siamo anche capaci di sentirci bene con attorno solo distese di grano.

Ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo…un oceano di grano. Perché, per quanto possa sembrare possibile realizzare simili meraviglie, è anche vero che concretizzare il sogno di immense praterie di questo cereale non è sempre una passeggiata di salute, anzi spesso si rivela davvero difficile credere possibile di poter dare sfogo alla libera azione.

Il grano: fonte di vita da sempre

Fin dai secoli più antichi, da quando si ha memoria e da quando l’uomo ha iniziato a capire come lavorare la terra per ottenerne nutrimento, il grano ha fatto parte dell’alimentazione base, quella che potremmo definire povera, della gente. Le prime coltivazioni risalgono a circa 10 mila anni fa, nel Vicino Oriente, trovando nell’Egitto il posto dove la produzione di grano ebbe la sua base più produttiva, grazie alla massima fertilità di quei territori offerta dal delta del Nilo.

Con il tempo, i campi che erano destinati alla produzione del grano sono aumentati in modo vertiginoso, facendolo diventare la fonte principale dell’alimentazione base di tutte le popolazioni della terra, o almeno laddove la produzione di grano era più facile da gestire e seguire. Ma è così facile come sembra coltivare il grano? Forse no, e vi spieghiamo anche il motivo.

Come coltivare il grano

Sebbene sia uno dei cereali più antichi e sicuramente più diffusi in tutto il mondo, c’è da dire che purtroppo coltivare il grano non è per niente facile. E le motivazioni sono tutte ricollegate al luogo dove davvero si sviluppano queste coltivazioni più specifiche; ecco quali sono i motivi principali:

  • servono terreni molto fertili, possibilmente vicini a corsi d’acqua
  • posizioni soleggiate
  • climi temperati
  • tanto lavoro

Quello che poi rende la coltivazione del grano complicata è anche la stagionalità: infatti, non è sempre il tempo indicato per poter far partire adeguatamente la sua coltivazione in modo efficace. Inoltre, farlo autonomamente richiederebbe comunque spazi molto estesi, non piccoli appezzamenti di terreno: è un elemento questo davvero molto importante perché solo tante quantità di grano è possibile avere grandi quantità di farina per poterla lavorare.

Insomma, non ci sono difficoltà pratiche volte alla preparazione dei terreni, se non l’individuazione di terreni ben fertili e sopratutto ampi, molto ampi. Solo così si può dare libero sfogo a questa coltivazione, ottenendo non solo importanti raccolte, ma intensificando ogni anno di più la produzione a proprio vantaggio. Quindi, buon lavoro!

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